Reputazione, questo termina va a rappresentare come viene percepita un’azienda dal suo pubblico, ovvero il livello di popolarità che un marchio o un’azienda assume agli occhi del consumatore.
L’obiettivo di ogni brand è quello di spiccare ed emergere tra le tante proposte sul mercato, per riuscire in questo occorre comunicare i valori, i punti di forza e tutte le connotazioni positive che presenta.
Citando Warren Buffet: “Ci vogliono vent’anni per costruire una reputazione e cinque minuti per rovinarla”.
Da qui ne deriva l’importanza della sua solidità e della sua costante cura nel tempo.
Tecnicamente parlando la reputazione può essere definita come l’insieme delle percezioni, delle valutazioni e delle aspettative degli stakeholder rispetto alle azioni passate e future di un’azienda.
Queste determinano, infatti, l’attrattività generale dell’azienda rispetto ai concorrenti.
La storia dell’azienda, la comunicazione e le pubbliche relazioni, il rapporto con i vari stakeholder e le condotte aziendali sono tutti fattori che concorrono a definire la reputazione aziendale.
Il fattore reputazione va ad impattare significativamente sulle vendite e sulle performance economiche di una realtà.
Per quanto un’azienda possa non essere consapevole della propria reputazione, per il solo fatto di esistere e di agire all’interno di un contesto socio-economico, ogni realtà ne possiede una.
Da un’indagine condotta nel 2020 da Weber Shandwick è emerso come la reputazione aziendale impatti significativamente sul valore di mercato di un’azienda.
Considerando, infatti, due aziende con pari performance, quella con una reputazione meno consolidata viene considerata come “più a rischio”.
Traendo le conclusioni, dunque, la reputazione rappresenta un vero e proprio vantaggio competitivo, capace di far emergere un’azienda rispetto ai competitor.