La pubblicità è stata spesso interpretata come una rappresentazione della società. Ogni epoca ha avuto le proprie pubblicità che cavalcavano gli ideali del momento. Ad oggi l’inclusione è un valore imprescindibile per qualunque brand. Ecco perché la pubblicità inclusiva non è un argomento per pochi.
Uno dei principi della pubblicità è rispondere ad un bisogno. Ai consumatori odierni questo non basta più, ricercano una pubblicità che li rispecchi e li rappresenti. È in questo contesto che si fa spazio il marketing inclusivo, dando spazio anche a chi non si sente rappresentato.
I consumatori si aspettano che i marchi siano inclusivi e che riflettano non solo la realtà attuale, ma anche una realtà a cui aspirano. Per creare un marketing inclusivo bisogna, prima di tutti, comprendere attivamente le esigenze di coloro che potrebbero esulare dalle leadership.
Il segreto, per una pubblicità inclusiva, è l’empatia. Bisogna empatizzare con le diverse esperienze, in particolare modo con quelle in cui non ci si identifica personalmente. È facile pensare che il vostro messaggio funzionerà solo perché a voi appare giusto. Non bisogna basarsi sulle supposizioni, ma cercare di ascoltare e cercare di conoscere anche livelli culturali che non riguardano la vostra sfera.
Quale tipo di advertising ha, generalmente, l’impatto migliore?
La pubblicità che va oltre il lieve approccio alla diversità e all’inclusione, rispecchiando i consumatori in modo autentico senza ostentare una perfezione inesistente.
Per ottenere risultati, è necessario accorciare le distanze tra i team ed il mercato, così da circondarsi di una pluralità di competenze. I brand hanno un enorme potere, possono modificare la percezione che le persone hanno di sé. La diversità non va considerata come attraente per alcune categorie, quello che i consumatori apprezzano è che il marchio abbracci nella propria brand identity colori, forme, età e capacità fisiche differenti.
Il succo del discorso è: perché l’inclusione nella comunicazione è importante?
Inclusione è rispetto della diversità umana in ogni sua dimensione. L’inclusività porta diversi vantaggi ai brand che la sostengono e la rendono parte integrante della propria comunicazione.
La percezione del brand migliora notevolmente.
I consumatori prediligono marchi che percepiscono credibili. Il marketing inclusivo dimostra i suoi vantaggi soprattutto nel lungo periodo, generando fiducia e fedeltà nei propri clienti. Quando il brand riesce a stabilire un legame con il cliente non solo migliora la sua reputazione, ma aumenta la possibilità che il cliente diventi fidelizzato, ovvero che ripeta l’acquisto nel tempo.
La reputazione del marchio migliora.
Un’azienda inclusiva e attenta alle esigenze del cliente vede aumentare il passaparola positivo, non solo sui diversi canali social, ma anche offline. Se, al contrario, il brand non viene ritenuto adatto a raccogliere le diversità, riceverà commenti negativi che influiranno sul pensiero e gli atteggiamenti dei clienti..
Il team interno migliora.
È notevole anche l’impatto sui dipendenti stessi dell’azienda. Un team che si sente a suo agio sul posto di lavoro trasmette, automaticamente, la sua felicità al pubblico. Questo crea tassi di fidelizzazione molto elevati, traducendosi in una maggiore soddisfazione sia interna che esterna.
L’inclusività va inserita all’interno del piano marketing.
Per implementare adeguatamente l’inclusività all’interno di un piano marketing, occorre considerare alcuni fattori:
Focus sul pubblico.
Non bisogna mai dimenticare chi è il pubblico di riferimento. È necessario, quindi, conoscere a fondo il proprio target e più nello specifico occorre chiedersi cosa li rende unici, quali sono i loro bisogni e quale sia la loro diversità.
Usare un linguaggio culturalmente adatto.
Una strategia di marketing inclusiva richiede sensibilità, oltre che l’utilizzo di un linguaggio adatto. È bene usare una comunicazione che sia quanto più inclusiva possibile, entrando in contatto con un pubblico diversificato. Alcune espressioni o modi di dire potrebbero risultare inadatti o offensivi, per questo bisogna prestare la massima attenzione ad ogni dettaglio comunicativo.
Evitare stereotipi.
Inclusione significa percepire i propri clienti come unici, con convinzioni, interessi e atteggiamenti diversi. Per questo è importante non cadere mai nella classificazione standardizzata in categorie, evitando stereotipi e pregiudizi, anche in maniera involontaria.
Inclusività 365 giorni all’anno.
L’inclusività deve avere una costanza, deve accompagnare il brand ogni giorno in tutto il suo percorso di comunicazione. Bisogna pensare oltre alle feste ed alle campagne ad esse collegare, festeggiando anche le giornate meno note, ma importanti per le varie culture che sostengono un brand. Così si creerà coinvolgimento nelle festività che per loro sono importanti, aumentano il senso di inclusione.
In conclusione l’incisività deve essere uno stile comunicativo, non un pensiero stagionale o volto a cavalcare l’onda. Un brand che trasmette l’incisività in maniera genuina e attenta vedrà la formazione di un bacino di utenti fedele che si rispecchia negli ideali aziendali.
Un esempio di pubblicità inclusiva è quello di Barbie, la bambola senza tempo che ha rappresentato generazioni di bambine.