64, gli anni trascorsi dall’ingresso sul mercato della bambola che avrebbe rivoluzionato il mondo dei giocattoli grazie alla sua unicità. Barbie, una bambola versatile dalle sembianze adulte, è stata pionieristica poiché rappresentava la prima bambola non neonata. Questa caratteristica ha consentito alle bambine di avere un modello adulto con cui identificarsi.
Barbie vede il suo debutto in società in occasione della fiera del giocattolo di New York e vestiva un costume da bagno a righe, si contraddistingueva per la sua pelle chiara a contrasto con i capelli neri raccolti in una coda. A condire il tutto un trucco marcato e sopracciglia evidenziate.
Il suo lancio non è stato, però, rose e fiori. Inizialmente i venditori scettici erano restii nella vendita di una bambola con sembianze adulte, non si era mai visto un prodotto simile e, come prevedibile, ha incontrato le sue iniziali difficoltà. Nonostante questo, solo nel primo anno, la Mattel vende 350.000 bambole. Si tratta di un successo mai registrato prima.
Nello stesso anno del lancio, la bambola viene proposta anche con i capelli biondi e si registra una netta preferenza delle bambine rispetto alla sua versione bionda. È questo il motivo per cui l’iconica bambola, per molto tempo, è stata prodotta con i capelli chiari.
Il punto di forza di Barbie risiede nella sua rappresentazione delle molteplici sfumature e personalità femminili. Da sempre, la bambola insegna alle bambine che possono diventare chiunque desiderino. Inoltre, la lungimiranza e l’intraprendenza di Barbie si sono manifestate con la sua versione da astronauta, introdotta anni prima che l’uomo camminasse sulla luna. L’obiettivo di questa rappresentazione era dimostrare alle donne che anche le professioni generalmente associate al genere maschile potevano includere anche il sesso femminile.
Barbie si è evoluta anno dopo anno, adattandosi ai cambiamenti della società e alle necessità delle bambine. Ogni epoca ha avuto la sua rappresentazione sotto forma della bambola più iconica di sempre.
Per vedere Barbie sugli scaffali italiani abbiamo, però, dovuto attendere il 1964. Quattro anni dopo nasce la prima Barbie afroamericana, a supporto della lotta per i pari diritti nata negli Stati Uniti.
Negli anni, Barbie è stata rappresentata in diverse professioni, come infermiera, veterinaria, chirurga, cameriera e assistente di volo. Il vero boom delle vendite si ebbe nel 1992, con il modello Totally Hair. Oltre alle vendite record di più di 10 milioni di bambole, si distingueva per i capelli lunghi ben 20 centimetri e la capacità di cambiare colore a contatto con l’acqua.
L’ascesa di Barbie sembra inarrestabile. Fino agli anni 2000.
Il nuovo millennio è stato padre di un nuovo mercato e la Mattel viene accusata di non rappresentare al meglio la diversità delle donne. Insomma, il mercato richiedeva una più ampia rappresentazione non solo lavorativa e di emancipazione, ma anche fisica.
Fu così che la bambola venne accusata di promuovere una magrezza eccessiva e una perfezione irrealistica. A fomentare il periodo di crisi fu una nuova bambola, la Bratz. La rivale, infatti, sembrava più al passo con i tempi, più innovativa, irriverente e dallo stile avanguardistico.
L’era di Barbie sembrava ormai tramontata, ma non tutto è perduto. L’azienda, infatti, ha scelto di mettere in campo una forte azione di rebranding lanciando nuove linee e nuovi modelli che sembrava più aderenti alla realtà.
Il rebranding ha dato vita a bambole con 7 tonalità di pelle differenti, 24 acconciature, 22 colori di occhi e 3 taglie. È così che Barbie si è aperta all’inclusività e ne ha fatto il suo punto di forza. Nel 2018 sono state anche lanciate nuove versioni di Ken, per la precisione 15, ognuna con caratteristiche fisiche differenti.
Nel 1959 c’è stato l’esordio di Barbie in televisione grazie al suo primo spot pubblicitario durante un programma di Walt Disney. La campagna pubblicitaria mostrava la bambola in tutte le sue declinazioni ed evoluzioni fino a quel momento. Il sottofondo musicale accompagnava una narrazione elegante che metteva in risalto il fascino di Barbie in ogni sua incarnazione.
L’ultima campagna pubblicitaria di Barbie è stata nel 2021 con lo spot “A Doll Can Help Change The World“. Il messaggio era chiaro: una bambola può cambiare il mondo, proprio come ha fatto in passato. Lo spot si ispira a uno studio condotto da neuroscienziati dell’Università di Cardiff, secondo il quale giocare con le bambole attiva aree del cervello che favoriscono lo sviluppo di empatia e socialità. È così che le Barbie contribuiscono al cambiamento del mondo, diffondendo empatia e inclusività.