Interruzione ovvero una tecnica di design che interrompe volutamente il flusso definito dalla user experience al fine di catturare l’attenzione dell’utente. Un esempio è l’apertura di un pop-up mentre si sta navigando su una pagina. Un’interruzione può essere una soluzione efficace, ma deve essere usata con attenzione al fine di non infastidire l’utente.
L’interruzione è una tipologia di comunicazione pubblicitaria, promozionale o di vendita che interrompe l’interlocutore mentre sta svolgendo una qualche attività. Il più delle volte si tratta di una strategia di massa e non ben customizzata, seppur con le dovute eccezioni.
E’ una tecnica che punta a raccogliere l’attenzione del destinatario del messaggio mentre questo sta facendo altro, interrompendone dunque l’attività che sta svolgendo nel momento del contatto (da cui il nome Interruption Marketing).
Alcuni esempi possono essere lo spot televisivo che si inserisce durante la visione di un programma, oppure la telefonata dell’operatore di telemarketing che non è stata richiesta.
Generalmente si tende a percepire il Marketing dell’interruzione come fastidioso, tanto che spesso lascia un cattivo ricordo in chi lo sperimenta, e a sovrapporre il concetto a quello di Outbound Marketing; anche l’intellettuale americano Seth Godin ha contribuito a questa percezione, contrapponendo nel 1999 l’Interruption Marketing al Permission Marketing, ossia quello che chiede alle persone di poterle “disturbare” perché ha qualcosa da proporre loro che queste possono trovare utile.
In realtà anche l’Interruption Marketing può far parte di una strategia di comunicazione efficace, specialmente se viene associato a strumenti (come quelli di Marketing Automation) che permettono di innestarlo all’interno di un percorso in cui si sa già – grazie a tecniche come quelle della Data Driven Marketing Strategy (DDMS) – che il destinatario può avere un particolare interesse.